Il Web Design è la naturale evoluzione dell’arte grafica tradizionale. Ne costituisce il presente, l’attualità, così come la stampa per secoli ha raffigurato i tempi passati. Non è improbabile che in un lontano futuro nuovi sistemi comunicativi possano sostituirsi ad esso, ma è innegabile che oggi sia la forma più avanzata per trasmettere un’idea a milioni di utenti.
Tra gli elementi costitutivi di un layout, lo spazio bianco assume un ruolo particolare. I Web Designer sanno bene che quelli bianchi non sono spazi inutilizzati, ma, al contrario, vanno considerati quali elementi attivi, come già intuito negli anni ’30 del secolo scorso da Jan Tschichold, il più grande rivoluzionario in campo grafico dopo il connazionale Gutemberg.
Giustamente, gli spazi bianchi – ai margini, fra le colonne e le lettere, intorno alle immagini – sono stati paragonati al silenzio del linguaggio verbale: una sorta di respiro fra le parole, che incanala meglio il discorso, rendendolo più appetibile e leggibile.
La diatriba sulla comprensione della lettura
Studi specifici hanno dimostrato senza ombra di dubbio che gli spazi bianchi, ben dosati, facilitano la lettura di un testo, o di una pagina Web. Resta a margine, una discussione quasi accademica sulla loro influenza nella velocità di lettura. La prima scuola di pensiero sostiene che maggiori spazi bianchi facilitino la lettura, pur rallentandone un po’ la dinamicità. L’altra scuola di pensiero, invece, avvalora la tesi di coloro che sostengono che, oltre ad una migliore leggibilità, un generoso dosaggio di bianco consenta pure una maggiore assimilazione del testo, aumentando quindi la velocità di lettura.
È notorio che, assegnando schematicamente la giusta priorità fra i vari elementi, gli spazi bianchi incanalino l’attenzione degli utenti, e la veicolino da un elemento all’altro, quasi fossero degli svincoli autostradali che facilitano l’interconnessione fra concetti diversi. L’occhio, in questo caso, funge da periferica che trasmette le informazioni al cervello, il quale le elabora, traendone le conclusioni. Più la vista è rilassata, maggiore risulterà la comprensione di un testo e immagini da parte del cervello, che avrà sempre la percezione di una situazione sotto controllo.
Razionalismo, eleganza ed essenzialità del bianco
Il bianco, è risaputo, comunica purezza, armonia, integrità. Risulta dalla sommatoria degli altri colori dello spettro e, in un certo senso, possiamo affermare che, cromatograficamente, li compendia tutti. Scopo principale di un Web Designer, nella progettazione di una pagina Web, è guidare l’attenzione del navigatore su particolari informazioni, che, per essere recepite nel più proficuo dei modi, devono essere necessariamente poche, basilari, interessanti e ben armonizzate fra immagini e parole. Ecco, allora, che il layout va costruito con grande intelligenza e senso artistico, sintetizzando al meglio i vari elementi, in modo da renderlo, come detto con una brutta ma efficace espressione, ottimizzato.
La forza sempiterna della semplicità
John Maeda, grande teorico della forza dirompente delle cose semplici, avvicinandosi al mondo del design, è giunto alle conclusioni che la presenza di maggiore spazio bianco riduce la pletora delle informazioni e focalizza, di conseguenza, l’attenzione su quelle disponibili, aumentandone il fascino. Ecco, dunque, che i più sofisticati designer, comprendendo che un bianco generoso comunica lusso, lo usino per le pubblicazioni più esclusive, a mo’ della carta patinata di certe riviste griffate.
Si tratta, in pratica, di un tipo di persuasione occulta che dà i suoi frutti.
Il bianco, infatti, nella sua veste di non colore privo di pigmenti, da sempre è stato usato come cornice di elaborati eleganti, trasmette equilibrio e sostiene l’integrità visiva del layout, attraverso un’impaginazione armoniosa e bilanciata. Dosato con sapienza, crea pause essenziali, altrettanto importanti, nel linguaggio comunicativo, di testi ed elementi grafici. Tanto che di tali pause, famosi personaggi del mondo mediatico e politico, hanno saputo farne un cavallo di battaglia. E designer provetti si sono cimentati nel creare immagini ad effetto, puntando sulla prevalenza di bianco intorno ad una frase centrale, che ne risultava così esaltata nel suo profondo significato.
Né è da sottovalutare l’effetto caleidoscopico che una sapiente distribuzione del bianco, tra le righe, e tra parola e parola, è in grado di produrre, creando disegni geometrici appena percettibili, ma che non sfuggono all’occhio segreto dell’inconscio, il quale li assimila e se ne soddisfa.